Storie di tutte le cose visibili e invisibili



martedì 29 ottobre 2013

When I'm with you it's paradise ...

... più che altro perchè mi ci porti...

Forse non vi ho ancora dettagliatamente raccontato le mie merdosissime vacanze d'Agosto.
Beh, siccome è passato del tempo, a questo punto non ve le racconto più.
Diciamo però che - per chi non lo sapesse - Dio mi deve delle spiegazioni.

Forse non sapete che io sono parecchio Principessa.
Come? Ah certo, questo lo sapete già.
E vabbè.
Ho il solitario finto da due carati, ma preferisco mi vengano regalati week end.
Ho un talento straordinario nel cercare hotel di charme.
Economici non sono, ma io detesto l'economia.

Quindi, in anticipo sul compleanno e sul Natale (e praticamente anche su quelli dell'anno prossimo), mi sono fatta regalare un fine settimana.
Per dimenticare (non sempre, ma spesso) che ho la cistite da tre mesi.
Di fatto, se stai nuda in ammollo per 3 giorni in un hotel quattro stelle lusso, hai un sacco di bagni dove andare, e non devi neanche fare lo sforzo di rivestirti.
E comunque, mentre ti fanno un massaggio con le candele ti dimentichi improvvisamente che sei provvista di una vescica.

Siccome non so neanche da che parte cominciare per descrivervi la bellezza di quello che ho visto e mangiato (mi è capitato di commuovermi davanti al buffet delle insalate, non dico altro), scelgo il silenzio.

Dico che i bambini sono tanto carini, ma ci sono i Family Hotel e i villaggi turistici, grazie.
E un hotel riservato alle coppie ha un sacco di perchè.

Dico che gli Italiani son tanto simpatici, ma un hotel con clientela prevalentemente Austro-Ungarica ha un sacco di perchè (e ci scriverò un post dedicato, dal titolo "I Tedeschi si amano. Anche a 60 anni").
 
Dico che amo il mio Fidanzato, perchè ama quello che amo io.
Che lo amerei anche se non potesse permettersi di regalarmi questi week end, ma forse anche no, ma non mi sento una brutta persona per questo.
Perchè lui mi amerebbe lo stesso se somigliassi ad una megattera, ma forse anche no, eppure è una bellissima persona.

Che comunque, a fine Ottobre, stare in una piscina a 35° sotto le stelle e le lucine blu, e un silenzio surreale, fa bene.
Fa benissimo.
Ok, costicchia.
Ma bastano due giorni.






mercoledì 23 ottobre 2013

Belli e dannati.

Qualche sera fa ero in una pizzeria.


Al tavolo vicino, un rumoroso (ahimè) gruppetto di adolescenti (età stimata 14/16 anni). 
4 ragazzi (multietnici e prevalentemente carini, tipo One Direction de noantri), e una sola ragazza.

A parte le logiche considerazioni sul fatto che quando ero ggggiòvane io, non mi sarei mai potuta permettere di andare a mangiare nella pizzeria più costosa del Triveneto (avevate dubbi sul fatto che io possa andare a mangiare la pizza altrove ??), e rassegnata a non essere in grado di avviare alcuna conversazione con il mio commensale, ho iniziato ad osservarli.



Ad un certo punto è arrivato un quinto ragazzo.

Più alto, magro, capelli biondi sparati in testa con le punte verdi.
Tracce di acne giovanile (e se non ce le ha lui ...).

Orecchino.

Serissimo e vagamente fuori luogo.

Il gruppo ha divorato una pizza al metro e lui ha ordinato gli spaghetti.

Insomma, diverso.



L’unica ragazzetta del gruppo, per tutta la serata lo ha guardato – palesemente ignorata - con le pupille a cuoricino.

In posa tutto il tempo, parlando troppo e troppo forte.



Io ho pensato che è passato un trentennio da quando ero adolescente io, ma non è cambiato niente.

Anzi, ragazze trentenni in carriera, MILF o cougar, le dinamiche restano sempre le stesse.



Ci piace quello diverso.

Ci piace quello che non ci fila manco di pezza.

E le nostre tecniche di seduzione fanno abbastanza cacare e non funzionano quasi mai.



Ah ragazze, ma quando impareremo …


ecco, tipo lui ...

martedì 22 ottobre 2013

Giudizi universali

immagine rubata a studiobiologia.it


Per ragioni "mediche" dovrei stare lontana dallo stress, (dato che fumo comunque e non so giocare a Pes).
Me lo ha suggerito lo specialista che sta(va) tentando (inutilmente) di farmi guarire dalla misteriosa patologia numero hopersoilconto del 2013. Sulla quale, forse, varerò un post a parte interamente dedicato.
A dire il vero io gli ho chiesto se - per seguire la sua preziosa indicazione - avrei dovuto smettere di vivere (cosa peraltro che mi sta riuscendo molto bene da quando si è palesata la patologia hopersoilconto, ovvero dal 20 Agosto ultimo scorso). Di fatto mi sono subito resa conto che lui intendeva - probabilmente - stare lontana dallo stress evitabile.

Questo è il principale motivo che spiega la mia latitanza dal blog.
Ho tante cose da dire, ma tutte mi fanno parecchio incazzare.
Siamo tutte brave a dire che dobbiamo smettere di clusterizzarci tra mamme, nonmamme, matrigne, neri, bianchi, albanesi, vergini, zoccole, scorpioni, bilancia, esodati, manager, solidali eccetera - ma cominciare a considerarci "persone". 
Invece basta un momento di distrazione e si ricade nello stesso noioso vortice, e alla fine io ribadisco il fatto che alcune categorie, a quanto pare, esistono, e non si possono attaccare.

Allora affronto lo stress che inevitablmente verrà scatenato dalle reazioni a questo post, dicendo alcune cose che penso.

C'è ancora gente che si ostina a pensare che i padri abbiano voglia di fare le madri (e io credo che in fondo molti padri non vogliano fare neanche i padri).
I papà non sono programmati per fare le mamme (ma per fare gli autisti e gli sportelli bancomat, a quanto sembra).
Le mamme costruiscono con riti e dedizione quotidiana un rapporto simbiotico ed inviolabile con i figli, inattaccabile da nessuno al mondo.
Non lo fanno perchè devono, ma soprattutto perchè vogliono.
I padri glielo lasciano fare perchè a loro va bene così.
Alcune (?) mamme vogliono fare tutto loro, per avere poi il diritto di lamentarsi continuamente del fatto che fanno tutto loro.

Comunque, un'altra cosa che mi manda al manicomio è questa storia che non bisogna giudicare.
Ma perchè no ?
C'è davvero una differenza tra avere opinioni diverse, e giudicare?
Io, sinceramente, leggo livore acido in molte "opinioni" espresse nei vari blogcaramella che frequento.
Personalmente, se un essere umano ha un pensiero che non condivido, io lo "giudico" (retorico, ignorante, ingenuo, stronzo, bugiardo, limitato, opportunista, democristiano, cose così, ma non necessariamente negative).

Per esempio, ho seguìto senza intervenire un simpatico scambio di commenti sotto un post di una blogmadre rock&roll che criticava (un pochino pesantemente, a onor del vero) una povera crista (evidentemente sgrammaticata) che aveva osato dichiarare che a lei danno fastidio i genitori che baciano in bocca i figli.
A prescindere dal fatto che ciascuno fa con i figli quello che gli pare, io dichiaro solennemente che pure a me danno fastidio.
Non ci trovo nulla di erotico ne' di traumatico, ma seduttivo sì.
Quindi io GIUDICO seduttiva una madre che bacia sulle labbra i propri figli.
E la donna in questione mi GIUDICHERA' una cretina, che non può capire perchè non ha figli, che parla tanto per dire qualcosa.
Pazienza.

Insomma, uno stress.
Vado a farmi una camomilla.

martedì 8 ottobre 2013

Minimalismo



 
immagine tratta da http://valdirose.blogspot.it/

Dunque, io non sono minimalista.

Ne’ dentro ne’ fuori.
E la parte rosa di me rimane decisamente preponderante.
Più dentro che fuori.


Però la grafica del mio blog non mi piaceva più.
Troppi colori freddi, e quella foto dei piedi presa dall’alto mi faceva venire un po’ di mal di mare.


Sto aspettando un webmaster che abbia voglia di investire tempo e creatività per disegnarmi un blog che quando lo guardo mi dica “ciao Tess, eccoti qua”.
La fotografa ce l’ho lì, in attesa, che nessuno la detronizzerà mai.
Aspetto volontari.


Le impostazioni di Blogspot non sono intuitive, ci sono colleghe bravissime che hanno dei blog meravigliosi. Pieni di foto perfettamente allineate, caratteri di stampa coerenti e colori raffinati.


Ho cercato il bianco burro, il rosa peonia, l’azzurro elefante e il grigio tortora.


Ma non mi capisco.


Al momento il blog è venuto un po’ così.
Con i caratteri troppo grandi o troppo piccoli.




Al momento dovrete concentrarvi sui contenuti.


In attesa di un fondo bianco burro, dettagli rosa peonia e font azzurro elefante.

lunedì 7 ottobre 2013

Zumba 4 Life



 
immagine estratta dal web

Immaginate una cosa che vi renda veramente felici.



Come la prima giornata d’estate al mare, il primo bacio, un sorriso di vostro figlio, un piatto di trippa in umido, quello che vi pare.



Io ci ho messo tante decine di anni prima di trovare una cosa che mi rendesse veramente veramente felice, che fosse MIA.

L’ho scoperta un anno fa, ed è la Zumba.



Io sono una tipa diversamente pigra, ovvero una mentalmente pigra che si è sforzata tutta la vita di fare attività fisica per il proprio benessere, fino a farla diventare una necessità.

Non sopporto l’inattività.



La Zumba è un’attività aerobica che viene dal mondo del fitness ma si basa, solo vagamente, sui movimenti base delle danze Caraibiche.

Ho provato quasi tutti gli sport del mondo, ma nessuno di questi ti fa sudare come 50 minuti di Zumba. Credetemi.



50 minuti con il sorriso perennemente stampato sulle labbra.

Con le file di top dai colori fluorescenti, i brani cantati a squarciagola, mezza classe che va a destra e l’altra mezza che va a sinistra, il trucco sfatto e le risate di quelle che ti va via il fiato che già non ce l’hai.

50 minuti che aspetti tutta la settimana, e che non perdi una lezione neanche se hai la febbre.

50 minuti che il tuo sedere inesistente da sempre, finalmente sembra aver trovato la sua giusta e soda posizione.



La mia ultima lezione  di Zumba è stata a fine Luglio.

Era l’ultima lezione della nostra amatissima insegnante, che definire una forza della natura è quasi un eufemismo.

Abbiamo deciso di prolungare e saltellare per un’ora e mezza.

Io non stavo bene e giuro che ho preso un Aulin succhiandolo direttamente dalla bustina, pur di non fermarmi neanche un minuto per andare a prendere un bicchiere.

Una classe affollata e ormai talmente affiatata che i ballerini di Amici ci fanno una pippa.

E alla fine un applauso liberatorio e un aperitivo improvvisato sul cofano della macchina in parcheggio.



La Zumba è un ballo, ma non lo è.

La Zumba è fitness, ma non lo è.

Non ha regole, è democratica, tutti possono farla, le coreografie diventano parte di te, te le sogni la notte per ripassarle e quando senti Daddy Yankee alla radio il tuo corpo si mette in moto anche se stai guidando, perché una coreografia ti entra dentro e non se ne va più.



Io amo la Zumba, la Zumba mi rende felice.

Mi ha guarito dai dolori alla cervicale, mi ha aperto il cuore e la mente.

Tanto da pensare che potesse diventare il mio piano B.

Diventare Zin (insegnante di Zumba) infatti, non è un’impresa impossibile.



Non so se vi ho reso l’idea.



Quindi,  se a un certo punto l’Ortopedico e la Risonanza Magnetica ti dicono che le tue ginocchia non possono più fare Zumba, ti si spegne una musica dentro.



E pensate che è la cosa meno difficile che mi è successa quest’estate.

giovedì 3 ottobre 2013

Sono una donna tollerante e democratica, ovvero le cose che non sopporto.



Quelli che per svoltare non mettono la freccia.
Quelli che si ostinano a parcheggiare in retromarcia per essere già in posizione favorevole alla partenza, anche quando la logica suggerirebbe il contrario (se sei al supermercato e poi devi aprire il bagagliaio per caricare la spesa, che senso ha?).
Quelle con il girasole finto sul lunotto; ma lo danno in dotazione con la Mini?

Quelle che non hanno mai fatto nessun tipo di attività fisica e che non hanno mai avuto problemi di mal di schiena, cervicali, ginocchia rovinate.
Che tutti dicono che fare sport fa bene, e a me sembra che muoiono solo gli sportivi.
Quelli che si nutrono solo di schifezze, hanno le fattezze di un rinoceronte, e non si ammalano mai.
Quelle che portano solo perizomi in materiale plastico, pantaloni strettissimi, non bevono niente se non l’aperitivo, hanno una vita sessuale quantomeno discutibile e non hanno mai avuto una cistite.

Quelle che dicono “io non potrei mai tradire mio marito” ma hanno una doppia vita e manco se ne sono accorte.
Quelli che non giudicano mai, ma pensano tutto il male possibile, e comunque una botta alla segretaria almeno una volta nella vita ce l’hanno data.

Le persone arroganti e aggressive.
Mi fanno piangere perché non c’è modo di disarmarli, e riescono sempre a ferirmi.
I guerrafondai.
I dissennatori.


Le giornate umide che ti svegli con gli occhi gonfi e la biancheria non si asciuga mai, che poi puzza di marcio e la devi rilavare.
Sulla base di questa dichiarazione, il fatto di vivere sopra una ex palude non agevola di certo il mio benessere.

I ristoranti vuoti.

La pizza fredda.

Gli ortopedici con tariffario superiore ai 140 euro che hanno pure il coraggio di chiederti se ti serve la fattura.

Paola Perego.

I peperoni, l’aglio e la cipolla.


I cake design.
Che non vuol dire niente, dovrei dire i “cake designer” oppure i “dolci decorati”.
Ma ormai è come dire “facciamo l’aperitivo”.
Neologismidimmerda.

I negozi senza bagni.
I bagni senza bidet.
Il sapone neutro.

La cistite interstiziale.

Le scarpe con la zeppa (credo di averlo già detto).

Quelli che in palestra stanno seduti sugli attrezzi e intanto aggiornano lo stato su Facebook.

Quelli che comprano le cene su Groupon.
E anche gli abbonamenti alla palestra, pagando in 6 mesi quello che io pago ogni trenta giorni.

E poi la gente.
In genere tutta la gente, non la sopporto.