Storie di tutte le cose visibili e invisibili



giovedì 26 gennaio 2012

Parole che avrei voluto scrivere io/2

E desiderare giorni
sempre assurdamente uguali
e la mattina presto
uscire insieme con gli occhiali scuri
e tutto il tempo che ci vuole
per scoprirti piano piano
e consegnarti il mondo intero
stretto in una mano.

D. Silvestri

martedì 24 gennaio 2012

Adesso no

Sarebbe il momento di un post glitterato e un po' crauso.
Uno di quelli che fanno ridere la gente.
Dove vi racconto delle scarpe nuove, scomodissime e costosissime e bramatissime, che riposano nel guardaroba intonse dal primo giorno di saldi. Non le ho mai messe.

Oppure vi potrei raccontare di tende in misto lino, commessi apparentemente innocui, pantaloni in ecopelle e troppo bollito misto.

Ma oggi non ci riesco.
Ho mal di testa da giorni, e sono allergica alla Novalgina.
La mia faccia avrebbe bisogno di due giorni del sole di Maggio.
Sono apatica, stanca e ho troppi pensieri brutti.
Sogni premonitori.
Cattivi presagi.
Orsi in letargo.

E allora, come sempre, respiro forte e aspetto.
Metto insieme un giorno dopo l'altro, finchè passa.
Se passa.

venerdì 20 gennaio 2012

Le mie Amiche

perchè qui, c'erano quasi tutte ...
C’è la mia Amica N., che conosco dai tempi della scuola.
Fa l’assicuratrice, non ci sentiamo quasi mai e ci vediamo una sola volta l’anno, quando mi scade la polizza.
E’ la persona più ordinata che abbia mai conosciuto, le invidio la carnagione, la pulizia mentale, il contenuto della sua borsa; da ragazza ho passato più tempo a casa sua che a casa mia, con suo papà gigante buono e la sua mamma, che ricordo con la piega sempre perfetta, che confeziona camicie.

C’è la mia Amica E., che vive lontano e dopo innumerevoli traslochi (anche in Nazioni diverse) continua a vivere lontano.
Non la vedo da anni, non ci sentiamo mai, abbiamo rapporti prevalentemente virtuali.
Ma abbiamo condiviso un dolore che non si dimentica, e io non la dimentico.
Ricordo una notte romana di pianto e solitudine, di grida e di schiaffi.
Quando si sopravvive ad un dolore, ci si ama per sempre, o ci si lascia per sempre.
Le Amiche, si amano per sempre.

C’è la mia Amica F.
La sua casa è un nido perfetto. Farebbe impallidire qualsiasi giurato a Cortesie per gli ospiti. Lei ti invita a cena e ti fa trovare un regalo. E il giorno dopo ti chiama per ringraziarti. Ha gli occhi luminosi, e mi venera.
Nel suo album di nozze ci sono quasi più foto mie, che sue. Era felice che io quel giorno fossi bellissima. Non conosco amore amicale più grande di questo.

C’è la mia Amica S.
E’ un fascio di nervi, piccolina e magrissima ma piena di carattere.
Porta la taglia 38 e ha la quarta di seno: dovrei odiarla ma la amo.
E’ di una generosità imbarazzante, e ha una dote a mio avviso rarissima: non conosce l’invidia. Lei è felice di mettersi dietro le quinte per lasciarmi il palcoscenico.

E infine, c’è la mia ciccina.
Lei è mia sorella, anche se sono figlia unica.
La nostra Amicizia è nata nel dolore, e sarà per sempre.
La amo e la odio come una sorella, ed è forse l’unica persona al mondo (che si crede) più intelligente di me J.
Suo figlio è un pezzo di cuore anche mio, e sarò Ziaterrik per tutta la vita.

Io penso spesso alle mie Amiche, anche se sono l’amica più assenteista del mondo. Dimentico compleanni, non rispondo al telefono, faccio regali senza biglietto o mando biglietti senza regalo.
Ma se mi parlano, io ascolto, e dico sempre la verità, anche quella che non vogliono sentirsi dire.

Io quando penso alle mie Amiche, anche a quelle non citate, mi commuovo sempre.
Il loro amore per me è come una coperta di pile a Febbraio.

mercoledì 18 gennaio 2012

Parole che avrei voluto scrivere io/prima puntata

Ho capito che tutto quel che accade ha un senso, ma non un verso. E' una cosa che mi hanno insegnato i figli: tu li vuoi portare da una parte e loro vanno da un'altra.
Tu semini tantissimi narcisi e improvvisamente crescono dei meravigliosi tulipani. Ma tu volevi i narcisi, cacchio... Poi però, quando vedi i tulipani, dici: "Sai cosa? Forse son persino meglio i tulipani ...".
Questo è proprio bello. Perchè non è vero che non fioriscono; semplicemente fioriscono diversamente da come li vorresti tu. Invece le madri spesso hanno il vizio di credere di sapere già tutto. E fanno domande stupide.
(Luciana Littizzetto)

lunedì 16 gennaio 2012

Liste

Cosa detesto:
quelli che chiacchierano al cinema
le tribute band
il mare d’inverno
i gatti
le donne che amano troppo
le donne che amano poco
le persone avare
la domenica sera
i bambini in pizzeria
i villaggi turistici
Sharm el Sheik
le zeppe
l’anguilla, i rettili, e tutti gli animali con le zampe corte
i cinema multisala
gli Starbucks
il giallo e l’arancione (che non sono colori)
i programmi di San Silvestro in televisione




Cosa amo:
il mare
l’estate
l’anguria
il primo bacio
la pizza
il rosa
le pance piatte
la TV
la Val d’Orcia nei sentieri segreti
la vista del Golfo di Trieste
le carte di credito
lo shopping compulsivo
l’abbronzatura integrale
la depilazione integrale
la brioche integrale
gli antipasti
i cani
la libreria Lovat
il profumo del caffè della moka
la torta di mele
i miei 2 metri e 40 di libreria
il cinema piccolo fuori città, che la signora mi fa sempre il biglietto ridotto, per simpatia
i canali di televendite, anche se non compro niente

domenica 15 gennaio 2012

Dieci anni

E’ sfinente, saccente, logorroico.
Capriccioso, viziato, frignone.
Lento in modo esasperante.
I tuoi unici giorni di vacanza si trasformano in una corsa ad ostacoli altissimi per rendergli la vita il più gradevole possibile.
Hai giocato a racchettoni, a carte, a pallone. Quando il tuo unico desiderio sarebbe quello di spalmarti la crema solare e leggere il tuo libro.
Hai fatto il percorso avventura imbragata sopra un albero, piangendo dalla paura, hai camminato per ore in montagna mentre saresti volentieri rimasta nel rifugio a ingozzarti di salsiccia e polenta.
E comunque niente sembra mai andare bene.
La mancanza della sua mamma è scritta nei suoi occhi, la tua inadeguatezza è direttamente proporzionale alla fatica che fai.

Poi un giorno ti dice che vorrebbe stare a casa con te, mentre il suo papà va a lavorare.
Ti dice che a fare i compiti di Inglese con te si va proprio velocissimi.
Ti dice che casa tua è bellissima perchè profuma di vaniglia.

E allora guardi questo nano altissimo con gli occhialetti sul naso, che ha reso impegnative le tue ferie, tanto che non vedi l’ora di tornare a lavorare, e ti viene voglia di abbracciarlo stretto e nonostante tutto ti accorgi che come ami suo padre, per qualche meccanismo incomprensibile, ami anche lui.
Anche quando non lo sopporti.


giovedì 12 gennaio 2012

Decoder rotto e commenti sui post

THINK PINK
COERENZA

Togliermi la TV è come asportarmi un rene; vivo lo stesso, ma dreno a fatica ...
In attesa che un tecnico decida autonomamente di venire a salvarmi la vita senza che io lo debba convocare e, soprattutto, senza che io debba versargli il valore di un paio di scarpe per sentirmi dire che devo cambiareTV, approfitto per scusarmi con le pesone che hanno avuto il cuore di lasciare un commento a qualche post.

Sto ancora rodando il sistema e nonostante ritenga di essere dotata di un'intellegenza che valica i limiti del colore dei miei capelli, ancora non ci ho capito molto ... 

Migliorerò con il tempo, e se non cambio il decoder, avrò molto più tempo per farlo !

Kekkoraggio

Ok, io devo assolutamente parlare dei Modà ,,, e so già che qui mi gioco una buona parte delle eventuali follower di sesso femminile.  Perché pare che piacciano mica solo alle ragazzine, ma pure alle tardone mie coetanee ….

Partiamo dal presupposto che tutto sommato mi sono pure simpatici, non fosse altro perché non hanno vinto un talent show e ce l’hanno fatta lo stesso. E poi a Sanremo sono stati pacati, carini, furbetti.

Però ora lasciatemelo dire … già uno che si fa chiamare Kekko, e che tra l’altro non ha proprio la faccia di quello che tutte se strappavano le mutande al liceo … insomma mi sembra tendenzialmente un po’ sfigato, anche se adesso si ritrova la fila di ragazzette (e non solo) davanti alla porta della camera di albergo.

Io voglio parlare dei testi che ha scritto finora, povera stella, che mi fa pure tenerezza.
 
La prima canzone tormentone dice più o meno così: sei una un po’ zoccola, ti comporti comune un uomo, vieni qua da me quando ti chiamo, non chiedi mai niente, sei una gran porca, continua così che ci piace, facciamo un sacco di numeri.
Commento: te piacerebbe trovarne, una così … e poi manco te piacerebbe, dai retta a zia.
 
La seconda dice: ti ho messo le corna, te ne ho fatte passare di tutti colori, però miiii…, quante storie !!! tanto lo so che sei lì che soffri come una cagna, torniamo insieme e piantala di fare la lagnosa !!!
Commento: se becco in giro sto Kekko lo corco di botte.
 
La terza dice: io non sono nessuno, invece tu hai il dovere morale di stare con me, di salvarmi dalla mia vita infame, e anche se ti trascino nel fango con me, chi se ne fotte.

E io mi chiedevo: ah Kekko, ma ki sei  ????
Ma una canzone un po’ meno maschilista, pare brutto ?????

E sono stata accontentata: l’ultimo tormentone parla di guardare le nuvole da un tappeto di fragole.
 
E ho detto tutto.

lunedì 9 gennaio 2012

Quando nasce un amore?

Capita finalmente un amore che rende facile vivere, con un uomo che pare risolto, che non sparisce nel nulla quando si scazza, ma si prende la briga di avvisarti con un SMS “oggi sono un po’ orso e sto da solo nella mia caverna”.
Uno che ti desidera sempre, come il primo giorno, e rimpiange i primi tempi di passione folle e notti insonni.
Uno che, nonostante il suo curriculum sentimentale non troppo limpido, non hai mai paura perché c’è sempre, non si arrabbia mai, quando sei colta da attacco isterico ti ascolta, ti da un bacio in fronte e va a dormire, e il giorno dopo fischietta come sempre.
Uno che non scrive poesie, non ti copre di frasi d’amore, ma ti abbraccia e ti tiene la mano davanti la TV, e ti chiama amore sempre, anche quando è nervoso.
Uno che tutte le mattine il buongiorno e tutte le sere la buonanotte, per dire, a me pare già un miracolo di coerenza.

Poi capita che la vita ti passa sopra, inesorabilmente, e mentre sei lì sotto non riesci a respirare, e quando ti rialzi hai solo il tempo di guardarti i lividi e tentare di ricordare quando e dove hai sbattuto, ma poi la vita ritorna e ti ripassa sopra come un treno.

E nel sottobosco del tuo cervello perennemente in movimento, nelle notti insonni di umido e zanzare, sai che qualcosa è cambiato e pensi di essere tu.

E poi improvvisamente ti accorgi, senza alcun segnale premonitore apparente, che quello cambiato è lui.
Perché 6 mesi di grigio fanno male in silenzio, molto più di un giorno nero.
E ti accorgi che il buongiorno arriva sempre più tardi, la buonanotte non c’è più da un po’ di tempo (ma da quando ?), le sere caverna sono più numerose, e sei diventata un orso pure tu, perché è più facile rifugiarsi e aspettare che l’ineluttabile arrivi, se arriva.
E sbirci un telefonino e trovi un SMS inequivocabile di tantissimi anni fa, molto prima di te, ma ti domandi, perché è ancora lì ?

E lui ti assicura che non è cambiato nulla, che devi stare tranquilla, che questo momento passerà, ma ci sono momenti nella vita in cui ti passano sopra parecchie vite tutte insieme, e tu non ce la fai, e aspetti e ti concentri su quello che capita oggi e domani, e aspetti che passi respirando piano e correndo molto.

E’ così che finiscono gli amori.
O forse, ricominciano.

sabato 7 gennaio 2012

Personal driver

Il figlio adolescente del mio fidanzato (rammento che abita, per puro caso, al piano superiore della palazzina dove vivo io) suona al mio campanello per chiedermi in prestito, come ogni sabato sera alternato, la piastra per i capelli.
Nello stesso momento mi chiama Lui:
 “Stasera deve andare ad una festa, vicino al Cinema Multisala dall’altra parte della città, e c’è il diluvio universale, non posso mandarlo in scooter … lo accompagniamo alle nove e mezza, poi noi andiamo a vederci un film, così poi lo andiamo a riprendere. Scendiamo tra un’ora”.

Sono in piena crisi da reflusso gastrico e ho un mal di schiena che lèvati. Piuttosto di uscire per stare due ore seduta in un cinema preferirei farmi spedire all’Isola dei Famosi in compagnia del Mago Otelma, ma ovviamente recito accorato entusiasmo.

Dopo 15 minuti suona di nuovo il campanello e me li ritrovo pronti e scalpitanti.
“I miei amici mi hanno detto di darmi una mossa perché c’è già una fila di gente davanti all’ingresso della festa.”

Scaricato quasi in corsa l’Adolescente alla sua festa (“ma non c’è troppa gente qui fuori? Non sarà pericoloso? E tutte queste macchine? Ai miei tempi nessun genitore accompagnava i figli alle feste!!”), ce ne andiamo al cinema con il reflusso in ottima forma e la mia schiena molto meno.
Dopo due ore finalmente usciamo.

“Ma perché fai questa strada? La festa è da quella parte …”
“Ah non te l’avevo detto … Andiamo a casa, io vado a dormire un paio d’ore, metto la sveglia alle 2.30 di notte e vado a prenderlo alle 3, mica crederai che una festa finisca a mezzanotte …”.
“…”

Per la cronaca, anche locale, la festa è stata interrotta bruscamente all’una di notte dalle forze dell’ordine per sovraffollamento e mancanza delle basilari misure di sicurezza.
L’Adolescente non ha comunque ritenuto opportuno anticipare l’orario del pick-up, e cosa abbia fatto dall’una alle tre del mattino sotto il diluvio, non ci è dato di sapere.




mercoledì 4 gennaio 2012

L'amico stampella

Immagine non del tutto esaustiva ...

Una giovane collega che è appena stata piantata dopo 10 anni di fidanzamento (superfluo specificare che lui si è innamorato di un’altra, su questo tema approfondirò in altro post) mi ha chiesto a bruciapelo un consiglio per trovarsi un trombamico.
Tralasciando considerazioni sulle motivazioni che l’hanno spinta a reputarmi un’esperta in materia, ho sempre odiato questo termine, preferisco “amico stampella”. Devo spiegarvi le funzionalità?
Nella succitata circostanza, comunque, c’è bisogno di un traghetto, non di una stampella, ma anche di questo approfondirò in altro post.


Comunque, sta di fatto, che non me lo ricordo più.
Ma l’amico stampella ce l’hai, mica lo cerchi.
E se lo devi cercare, vuol dire che stai messa proprio male…

Ma mi sono sforzata di raccogliere qualche degno consiglio per questa ragazza single di ritorno, che non è proprio il massimo durante le feste Natalizie...
Di getto ho buttato giù questo.

1)     Mai tagliarsi i capelli subito dopo essere stata piantata.
     A meno che di nome tu faccia Charlize Theron, il nuovo taglio ti starà comunque    malissimo.

2)     Tassativo comunque un salto dal parrucchiere per schiarire i capelli almeno di mezzo tono: ringiovanisce a prescindere, e comunque, a prescindere, le bionde sono più gnocche, non trovate?

3)     Dimagrire, almeno un chilo, anche se si è già sottopeso. Perdere peso fa bene alle endorfine, molto più di una tavoletta di cioccolato.

4)     Comprarsi almeno un paio di scarpe costosissime e, soprattutto, scomodissime. Più fanno male i piedi, meno fa male il cuore.

5)     Iscriversi a una palestra. Possibilmente costosa quanto le scarpe di cui sopra. Impossibile non caricare nessuno in palestra. Molto spesso non serve neanche fare strada, si finisce smutandate in area relax.

6)     Crearsi un profilo su Facebook.

7)     Imporsi di pubblicare qualcosa con una frequenza non superiore ad una volta al mese: siete superiori e impegnatissime e pure un po’ stronze.

8)     Chiedere ad amici compiacenti di taggarvi in molte foto, anche vecchie di 10 anni e pure se non siete voi, ma dove si è o si sembra, obiettivamente, delle gnocche pazzesche.

9)     Tassativo modificare il setting della privacy per inibire l’accesso all’ex fidanzato (e a tutti i suoi amici).

10)             Se non siete in grado di garantire il passaggio al punto numero 9, non siete pronte per gli altri 8 punti. Soffrite in silenzio per un tempo ragionevole e non sfiancate le amiche con le vostre lacrime.

martedì 3 gennaio 2012

Trapassato prossimo

Suono prolungato del campanello: segnale inequivocabile che si tratta di un minorenne.
Apro la porta in vestaglia e il decenne mi guarda da sopra gli occhialini.
“Papà ha avuto un’idea: che tu mi correggi i compiti di Italiano”.
Mi gonfio come un pallone, certa della mia netta superiorità in una materia che confido di conoscere alla perfezione.

Apriamo il libro degli esercizi sui verbi.
“Che bello, io adoro i verbi Italiani !! Pensa che meraviglia, per ogni occasione e sfumatura c’è una forma verbale ben distinta. Pensa che io non ho mai sbagliato un congiuntivo da quando ero piccolissima !!”
Il piccolo Harry Potter biondo mi guarda con malcelata ostilità.
“Allora cominciamo: passato remoto … bene bene …. Questa è giusta, questa anche … ah ecco !!! Qui vedi hai fatto un errore, questo è passato prossimo, il passato remoto indica un azione conclusa e non è un verbo composto da un ausiliare.”
Il decenne mi guarda con malcelata ostilità, parte seconda.

“E ora passiamo a questi, cosa sono? Ah !! Trapassato remoto e trapassato prossimo …”
Nella mia testa si forma una palpabile nebbiolina e le sinapsi iniziano vertiginosamente la loro attività …
Mo’ adesso qual è il trapassato prossimo e quale quello remoto ? Io ebbi finito? Io avevo finito? Oddio panico … perché non c’è neanche un esempio in questo libro ? Mah …

“Ecco … mi sembra che questa sia giusta … mi sembra … tu che ne dici?”
Mi guarda con malcelata ostilità, parte terza, mentre suo padre ci passa sotto i piedi con il nuovo aspirapolvere fucsia (ok, il colore l’ho scelto io) a doppia velocità, urlando:
 “Ma avete visto che potenza ?? Guardate il topo di polvere che si sta formando, guardate!”.
“Papà ti prego qui c’è gente che lavora”
“Sì appunto, piantala che ci stiamo concentrando”

“Bene, noi abbiamo finito. Le divisioni le hai fatte?”
“Sì, ma quelle me le corregge papà, che è meglio …”

Chiedo scusa al decenne perché sicuramente la Maestra avrà detto “Ma insomma, hai fatto degli errori nei compiti di Italiano, non potevi farteli correggere dalla mamma?”
E lui avrà risposto qualcosa del tipo “Me li ha corretti l’amica del papà, che diceva che era bravissima”.

lunedì 2 gennaio 2012

Je t'aime, moi non plus

Ho realizzato che sprechiamo anni della nostra vita a riflettere sul perché amiamo qualcuno, mentre non ci soffermiamo mai a comprendere i motivi per cui una persona – uomo o donna che sia – non ci piace. Lo diamo per scontato, e basta.

In entrambi i casi si tratta comunque di approfondimenti inutili e snervanti.
Ciò nonostante, un recente episodio nella mia vita mi ha offerto uno spunto di riflessione.
Perché alcune persone, anche se non hanno alcuna colpa apparente, semplicemente non ci piacciono?
La tanto citata “antipatia epidermica” esiste davvero, o si tratta di un banale luogo comune utilizzato per semplificare?

Dopo un po’ di auto-meditazione (che chiamo così perché occupa il mio cervello quando sono in macchina, e serve ad evitare reazioni violente dopo mezz’ora di coda in tangenziale), sono giunta ad una conclusione.

Spesso le persone che non ci piacciono somigliano alla parte di noi stessi che non sopportiamo, quella che nascondiamo perfino a noi stessi.
Ho notato che respingo le persone le cui caratteristiche più spiccate sono quelle che, su me stessa, tendo a censurare perché riprovevoli o fastidiose.
Persone troppo superficiali, o impostate, o recitanti. Una parte di me lo è, che mi piaccia o no. Persone che ostentano e calcano la mano sui luoghi comuni legati ad uno status diverso dal mio (fortemente in coppia quando io sono single, ferocemente single quando io sono in coppia).
In sintesi, detestiamo nell’altro ciò che non ci piace di noi stessi. O le parti di noi che reprimiamo per quieto vivere, o per scelte di vita, non necessariamente negative ma a volte un po’ castranti.

E quindi, esiste un percorso di vita che ci calza a pennello, o la vita è sempre e solo un equilibrio di compromessi?
La risposta non ce l’ho: smettere di farsi domande è da stolti, ma smettere di cercare risposte - forse - è un piccolo passo verso la saggezza.

domenica 1 gennaio 2012

Perchè?

Escludendo chi mi conosce e frequenta, e da troppo tempo caldeggiava l’uscita di un mio blog, eventuali avventori estranei si staranno certamente chiedendo, nella migliore delle ipotesi: c’era proprio bisogno di un altro blog?

Ok, diciamo che sono d’accordo.
Le fashion blogger si moltiplicano, e alcune, mi perdonino, sono decisamente insopportabili.
Le spiritose super-mamme riescono quasi quotidianamente a trovare il tempo per pubblicare un post, tra un cambio di pannolino e la messa in piega. Molte di loro sono le mie preferite!
Per non parlare dei blog culinari, che adoro, non fosse altro per smodata ammirazione di un talento che non mi appartiene.

Ma quelle come me, dove sono? (ce ne sono?). Quelle che hanno 40 anni e dintorni (più dintorni, ormai …) ma non sono sposate, non hanno figli, ma una vita parimenti complicata?
Il mondo sembra popolato di adolescenti e trentenni, ma tutti gli altri dove sono?
Beh, in punta di piedi e un po’ indegnamente, arrivo io.

E allora, perché no?

Il fatto è che solo chi mi ama può permettersi di prendermi in giro.
E io mi amo abbastanza.

Se vi va, restate collegati.

Dimenticavo: auguro a tutti un 2012. Punto. Cioè, Maya a parte, è già qualcosa avercelo, un anno intero da vivere in salute!