Storie di tutte le cose visibili e invisibili



venerdì 27 giugno 2014

Potremmo essere felici a volte un poco disperati

Tra poco più di un mese dovrò lasciare la mia casa.
Non posso più permettermi di pagare un affitto se, parallelamente, mi concedo anche il lusso di fare cose tipo mangiare e mettere la benzina nella macchina.
La lettera di disdetta al padrone di casa l’ho spedita con serenità, pensando che i 6 mesi di preavviso mi avrebbero autorizzata a non preoccuparmi di dove andrò a dormire.

Ma il padrone di casa si è messo agitato, e si è presentato con una coppia di fidanzati che oltre ad avere un gatto castrato ha anche fretta di prendere possesso del mio giardino e della mia libreria (“uh che bella, se non sai dove metterla me la puoi lasciare, anche io adoro i libri!!”). Giù le mani, baby. Dormirò in un frigo, ma la Billy viene con me.

Quindi, insomma, adesso è tutto vero.

Ora voi forse non lo sapete, ma l’unica cosa al mondo che conti veramente per me è l’indipendenza residenziale.
La casa.
Ne avevo forse accennato qui.

La molla che mi ha spinto a spedire quella maledetta lettera di disdetta è stata, oltre ad una realistica analisi della mia disperata situazione economica, l’offerta di Lui a trasferirmi in casa sua, al piano superiore.
Questa proposta mi ha piacevolmente sorpreso, perché fino a qualche mese fa parole come “convivenza” e “matrimonio” scatenavano solo sorrisini imbarazzati e rifiuti determinati.

Ma ci sono molte cose da considerare.
Per una quasi 45enne (fichissima) che non ha mai convissuto con nessuno, che pure mamma e papà le stavano stretti, quanto verosimile è una condivisione di 65 mq ed un solo bagno con un uomo e due figliastri adulti, che anche se solo per dimensioni riempiono parecchio spazio e tempo?
Come si fa a far stare il contenuto di due mini appartamenti in uno solo?
Dove metterò i miei libri/scarpe/conchiglie/foto/assorbenti/creme/vestiti/piatti?
Una come me che ama il bianco burro e lo stile Country Chic, quanto può sentirsi a proprio agio in un appartamento maschile con molto design e molto nero?
Per una che considera divano e TV gli unici arredi necessari, che speranza c’è di sopravvivenza con un unico scomodissimo e costosissimo divano di pelle ed un'unica TV dove scorrono solo immagini di telefilm noiosissimi adolescenziali e film di guerra?
Per una come me, che la parola “Casa” ha immenso valore, è possibile rassegnarsi a diventare ospite?
E se poi, a prescindere, non funziona?
Ho la responsabilità di prendere una decisione che potrebbe coinvolgere i Figliastri.
E se coinvolgo loro, devo evitare tentativi iniziati già con nullo entusiasmo che mi potrebbero portare a fare le valigie entro breve.

D’altro lato, che alternative ho?
Tornare a stare dai miei, dove peraltro andrebbero in massa gli scatoloni riempiti di tutta la mia vita.
Io amo i miei genitori ma per centinaia di motivi tornare a vivere in quella casa significa la mia morte.
Già mi vedo seduta sul divano tra mia madre a mio padre a guardare la TV, con la mia cameretta invasa dagli scatoloni.

Il problema potrebbe essere temporaneo, ma non lo è.
Voi direte: ma prendere una casa più grande con Lui, no?
Tempi duri, non si vende.
E se non si vende, non si compra.
Affitto? Occhei, e il muto chi lo paga?

Insomma, mia madre è convinta che io tornerò a vivere da loro.
Lui è convinto che andrò a vivere da lui.
In questo momento, io vorrei solo trasferirmi in un Paese caldo senza lasciare traccia.