Tommaso lo immagino
con i capelli biondissimi e gli occhi di cenere.
Che profuma di
vaniglia e borotalco, soprattutto tra le pieghe del collo, come tutti i bambini
del mondo.
E’ nato qualche giorno fa, in un Paese
lontano.
Tra poco arriverà in Italia
in aereo, dopo un lungo viaggio, per posarsi con grazia in una piccola città adagiata
tra il mare e le colline, con un centro storico che sembra una bomboniera, dove
c’è un meraviglioso teatro, qualche negozio, un’edicola, non molti abitanti,
tutti vocianti e bizzarri.
A mio avviso son
tutti un po’ matti, in quella città. Infatti li adoro tutti.
E’ una città che la
giri tutta a piedi, e saluti tutti, e ridi tantissimo.
Il viaggio di Tommaso
è iniziato molti anni fa.
Da due persone che si
amano. E che avevano un sogno.
E hanno deciso, con
fatica e dedizione, che quel sogno sarebbe diventato vita vera.
E’ un viaggio che
inizia con un viaggio.
Con molti incontri.
Un viaggio d’amore.
Tommaso è un bambino
fortunato.
Crescerà circondato
da una rete d’amore infinita, perché l’amore chiama
l’amore, e lo moltiplica.
E avrà due
passaporti, e forse due cognomi.
Non so dire se sarà
un bambino - e poi un adulto - felice.
Perché avrà il suo
destino, come tutti noi, e farà le sue scelte, e alcune gli saranno imposte, e
per altre deciderà da solo.
E incontrerà il bene
e il male e imparerà a cadere sette volte, e a rialzarsi una volta di più.
Un detto Africano
dice: “per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”.
Tommaso ce l’ha, un
intero villaggio, e tantissimi amici, nonni, zii (di cui uno con un nome da
cane), cani (di cui uno con un nome da zio), mucche, gatti, galline, e una grande casa con
tutte le porte spalancate.
Tommaso ha due
genitori, innamorati tra di loro e di lui.
Che sono anche amici
miei.
Io li amo, e mi fido
di loro.
Parlano di bambini da
quando li conosco. Da sempre.
Da quando eravamo
molto giovani e un po’ sciagurati, e andavamo in discoteca a guardare i culi
nudi dei cubisti. Adesso io non sono
più giovane, e loro non sono più sciagurati (ma ancora giovani).
Non hanno mai smesso
di parlare di bambini, mentre io - per capirci - non ho mai cominciato.
I genitori di Tommaso
si chiamano Stefano e Massimo.
E non credo di avere
mai conosciuto nessuno tanto felice.
(A tutela della privacy del bambino e
della sua famiglia, i nomi contenuti in questo racconto sono puramente di
fantasia.
Anche se i veri Stefano e Massimo ci
metterebbero tranquillamente i nomi e la faccia, perché ci hanno messo quella,
e tutto il resto. Sempre.
La storia invece, è meravigliosamente
vera. La racconta un’orgogliosissima Zia Tessy, che non vede l’ora di stringere
Tommy tra le braccia, e infilare il naso tra le pieghe morbidose di quel collo
profumato).
Queste sono le storie che amo. Con tutta me stessa. Grazie per avercela raccontata.
RispondiEliminaGrazie davvero per avere capito.
EliminaTemevo ondate di insulti.
Ma le mie BlogAmiche sono Speciali, lo sapevo già.
Che meraviglia! Vorrei mandare un abbraccio grande a questi neo genitori e dire loro che comincia l'innamoramento folle che non smette mai. L'unico amore che si rinnova e si autoalimenta. Nel mio piccolo combatto come posso affinché ci siano più famiglie così, con gli stessi diritti di tutte le altre e non dimentico mai, MAI, che un bambino ha bisogno di amore e non solo una coppia etero è in grado di darne a sufficienza. Proseguo sputando sui Family Day che l'unica cosa che hanno dimostrato è che nelle famiglie tradizionali il padre va a puttane minorenni. E...auguri zia Tessy, ma tieni presente che nelle pieghe del collo di un lattante c'è di tutto tranne il profumino di borotalco....;) Valeria
RispondiEliminaValeria forse ci hai ragione, quando va bene c'è puzza di formaggino ...
EliminaGrazie per avere capito!
Anch'io ti ringrazio per aver condiviso con noi questa storia d'amore meravigliosa, pulita e bella nella sua normalità......lacrimuccia di commozione, sincera.
RispondiEliminaSono io che ringrazio te, Giancarla, per avere capito.
EliminaUn abbraccio.
Bah, io avevo lasciato un commento ma mi sa che ho cannato. Riposto: auguri di cuore a questa splendida nuova famiglia, a tutti i pazzi del villaggio e auguri a zia Tess, ex sciagurata e molto molto dolce.
RispondiEliminaConfermo che l'unico momento in cui non puzzano è per i primi 3 gg dopo la nascita, che hanno quel profumo di rosa che non ho mai capito da dove gli vien fuori. Persino appena usciti da dentro tutto quel marasma non puzzano. e il meconio è schifido ma non puzza, pare di un'altro mondo, tipo lo slimer.
Nina prouma per 5 minuti dopo il bagnetto, già dopo 10 fa mille trioiai e pace amen al borotalco.
Susibita
A dire la verità io un neonato non l'ho mai annusato, temo di avere assorbito per sfinimento i racconti delle MammeCheCiCredono (quelle del Mulino Bianco prima della Gallina, per capirci).
EliminaSpesso dimentico che le mie BlogAmiche sono ggggente molto meglio ...