Storie di tutte le cose visibili e invisibili



lunedì 14 aprile 2014

Storia di Tommaso


Tommaso lo immagino con i capelli biondissimi e gli occhi di cenere.
Che profuma di vaniglia e borotalco, soprattutto tra le pieghe del collo, come tutti i bambini del mondo.
E’ nato qualche giorno fa, in un Paese lontano.

Tra poco arriverà in Italia in aereo, dopo un lungo viaggio, per posarsi con grazia in una piccola città adagiata tra il mare e le colline, con un centro storico che sembra una bomboniera, dove c’è un meraviglioso teatro, qualche negozio, un’edicola, non molti abitanti, tutti vocianti e bizzarri.
A mio avviso son tutti un po’ matti, in quella città. Infatti li adoro tutti.
E’ una città che la giri tutta a piedi, e saluti tutti, e ridi tantissimo.

Il viaggio di Tommaso è iniziato molti anni fa.
Da due persone che si amano. E che avevano un sogno.
E hanno deciso, con fatica e dedizione, che quel sogno sarebbe diventato vita vera.

E’ un viaggio che inizia con un viaggio.
Con molti incontri.
Un viaggio d’amore.

Tommaso è un bambino fortunato.
Crescerà circondato da una rete d’amore infinita, perché l’amore chiama l’amore, e lo moltiplica.
E avrà due passaporti, e forse due cognomi.

Non so dire se sarà un bambino - e poi un adulto - felice.
Perché avrà il suo destino, come tutti noi, e farà le sue scelte, e alcune gli saranno imposte, e per altre deciderà da solo.
E incontrerà il bene e il male e imparerà a cadere sette volte, e a rialzarsi una volta di più.

Un detto Africano dice: “per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”.
Tommaso ce l’ha, un intero villaggio, e tantissimi amici, nonni, zii (di cui uno con un nome da cane), cani (di cui uno con un nome da zio), mucche, gatti, galline, e una grande casa con tutte le porte spalancate.

Tommaso ha due genitori, innamorati tra di loro e di lui.
Che sono anche amici miei.
Io li amo, e mi fido di loro.
Parlano di bambini da quando li conosco. Da sempre.
Da quando eravamo molto giovani e un po’ sciagurati, e andavamo in discoteca a guardare i culi nudi dei cubisti. Adesso io non sono più giovane, e loro non sono più sciagurati (ma ancora giovani).
Non hanno mai smesso di parlare di bambini, mentre io - per capirci - non ho mai cominciato.

I genitori di Tommaso si chiamano Stefano e Massimo.
E non credo di avere mai conosciuto nessuno tanto felice.



(A tutela della privacy del bambino e della sua famiglia, i nomi contenuti in questo racconto sono puramente di fantasia.
Anche se i veri Stefano e Massimo ci metterebbero tranquillamente i nomi e la faccia, perché ci hanno messo quella, e tutto il resto. Sempre.

La storia invece, è meravigliosamente vera. La racconta un’orgogliosissima Zia Tessy, che non vede l’ora di stringere Tommy tra le braccia, e infilare il naso tra le pieghe morbidose di quel collo profumato).

8 commenti:

  1. Queste sono le storie che amo. Con tutta me stessa. Grazie per avercela raccontata.

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    1. Grazie davvero per avere capito.
      Temevo ondate di insulti.
      Ma le mie BlogAmiche sono Speciali, lo sapevo già.

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  2. Che meraviglia! Vorrei mandare un abbraccio grande a questi neo genitori e dire loro che comincia l'innamoramento folle che non smette mai. L'unico amore che si rinnova e si autoalimenta. Nel mio piccolo combatto come posso affinché ci siano più famiglie così, con gli stessi diritti di tutte le altre e non dimentico mai, MAI, che un bambino ha bisogno di amore e non solo una coppia etero è in grado di darne a sufficienza. Proseguo sputando sui Family Day che l'unica cosa che hanno dimostrato è che nelle famiglie tradizionali il padre va a puttane minorenni. E...auguri zia Tessy, ma tieni presente che nelle pieghe del collo di un lattante c'è di tutto tranne il profumino di borotalco....;) Valeria

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    1. Valeria forse ci hai ragione, quando va bene c'è puzza di formaggino ...
      Grazie per avere capito!

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  3. Anch'io ti ringrazio per aver condiviso con noi questa storia d'amore meravigliosa, pulita e bella nella sua normalità......lacrimuccia di commozione, sincera.

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    1. Sono io che ringrazio te, Giancarla, per avere capito.
      Un abbraccio.

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  4. Bah, io avevo lasciato un commento ma mi sa che ho cannato. Riposto: auguri di cuore a questa splendida nuova famiglia, a tutti i pazzi del villaggio e auguri a zia Tess, ex sciagurata e molto molto dolce.
    Confermo che l'unico momento in cui non puzzano è per i primi 3 gg dopo la nascita, che hanno quel profumo di rosa che non ho mai capito da dove gli vien fuori. Persino appena usciti da dentro tutto quel marasma non puzzano. e il meconio è schifido ma non puzza, pare di un'altro mondo, tipo lo slimer.
    Nina prouma per 5 minuti dopo il bagnetto, già dopo 10 fa mille trioiai e pace amen al borotalco.

    Susibita

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    1. A dire la verità io un neonato non l'ho mai annusato, temo di avere assorbito per sfinimento i racconti delle MammeCheCiCredono (quelle del Mulino Bianco prima della Gallina, per capirci).
      Spesso dimentico che le mie BlogAmiche sono ggggente molto meglio ...

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