Storie di tutte le cose visibili e invisibili



domenica 11 marzo 2012

Un dolore che sale che sale e fa male

Sono ore che cerco di trovare un modo giusto per di parlare di quello che ho in testa.
Non ho la libertà di scrivere tutto quello che penso, con la trasparenza senza freni e senza paure che chi mi conosce mi riconosce; questo blog non parla solo di me, coinvolge persone che rispetto e che amo, e non vorrei ferire nessuno.
Ma ho l’urgenza di sfogare il mio disagio, la nota dissonante che riesce – sempre – a rovinare tutto. Le famiglie allargate, temo, non esistono, e se esistono, sono lontane da casa mia.

Potrei parlarvi di una settimana faticosa. Di grandi cambiamenti, unghie rotte, pasti disordinati.
Potrei parlarvi di un sabato occupato da una cerimonia religiosa.
Potrei raccontarvi che in 5 ore sono riuscita ad infilarci la spesa al supermercato, un sopralluogo in un grande magazzino, il parrucchiere con tinta, mèches, manicure con smalto color tortora, piega a boccoli. Ritorno al grande magazzino per comprare il vestito che avevo provato prima, perché un vestito nuovo val bene una Messa.
Passaggio a casa dei miei per il solo tempo di stirare il vestito nuovo, poi strucco e ritrucco.

Potrei parlarvi di una chiesa di campagna, con gli affreschi tutti rosa, gremita di ragazzini in quell’età di mezzo così impegnativa tra l'apparecchio ai denti e la peluria nera sopra le labbra (gli insegnanti di scuola media inferiore godono di tutta la mia inossidabile stima).
Potrei parlarvi del Monsignore che, vi giuro, era identico all’Ispettore Derrik, vestito di rosso. Potrei dirvi che in preda ad un torpore incosciente provocato dal freddo, mi sono ripassata il rossetto in Chiesa, tra scambiatevi un segno di pace e il Padre Nostro.

Ma la vita di una famiglia allargata riserva sorprese e amarezze, anche se tu sei incolpevole, insieme ai figli, spettatori addolorati di una guerra che non ci appartiene.

Non voglio entrare in pericolose disquisizioni sui rancori antichi, sulle dinamiche malate degli ex coniugi, sulle madri che non sbagliano mai e le non madri che non possono sapere, perché avrei troppo da dire e oggi non ce la faccio.
Vorrei raccontarvi di più, ma non voglio.

Ma io soffro, sto male, e di fronte a certi comportamenti, essere o non essere madre centra poco.
Ci sono madri cattive, e cattive madri.
Che avranno pure le loro ragioni, ma io, a prescindere, una cattiveria davanti a un bambino non la direi mai, nemmeno se avessi ragione. Questo fa di me una madre, anche se non ho mai avuto figli.

E se questo post scatenerà un’ennesima guerra intestina, per una volta, me ne frego.
Perché la mia vita è importante come quella delle altre.

A proposito, non ci conosciamo.
Io sono quella che stamattina ha messo la sveglia perché aveva voglia di fare il ragù e preparare gli gnocchi per il pranzo dei tuoi figli.

7 commenti:

  1. ciao, sono mamma di un quasi adolescente, della tua vita so solo quello che dice il tuo blog, ma, da quello che si capisce leggendoti, penso che quando le vite di due genitori si dividono è solo una grande fortuna se una nuova compagna (o un nuovo compagno) instaurano un rapporto come traspare sia il tuo con i tuoi "figliastri"... stai su!

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  2. Io mi sarei già scoraggiata. Tu, invece, fai loro gli gnocchi. Perché loro, come te, non c'entrano. Sì, Tessy, sei già madre, and a fucking good one.

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  3. Ciao.
    Entro in punta di piedi in questo post, perchè mi rendo conto che è questione intima e delicata.
    Però volevo dirti una cosa: che secondo me il fatto che tu non diresti una cattiveria davanti a un bambino non fa di te una "madre". Fa di te una brava persona. Il che ai miei occhi ha ben più valore, non so se ci intendiamo. Forse dovremmo smetterla di categorizzare in "madri", "non madri", e ritornare alle persone. Persone buone, o persone cattive. Persone stanche, o ferite. Persone deboli, persone forti. La maternità non è uno scudo che improvvisamente ci rende tutte più sagge, o più forti di fronte alle nostre debolezze e ai nostri egoismi. Anzi.
    Chissà che buono il tuo ragù, godetevelo =).

    Susibita

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  4. Susibita, ovviamente hai ragione tu. Mi rendo conto di avere sparato nel mucchio, ma questo post era necessario per me in quel momento. Condivido assolutamente quanto scrivi, ho usato una frase ad effetto forse solamente come provocazione. Il tema è delicato e pericoloso, ho tante cose da dire ma non ho ancora trovato un modo sano per farlo. Grazie per essere una persona, prima che una madre.

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  5. ecco uno dei motivi per cui ai matrimoni suggerisco sempre di vietare la partecipazione a chiunque abbia meno di 15 anni (o la peluria dove non dovrebbe).

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  6. Chicca, era una Cresima in realtà, quindi i minori di 15 anni erano necessariamente i protagonisti ...

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  7. è che a volte noi "non mamme" siamo molto più "mamme" delle mamme vere…
    ragionamento contorto lo so, ma ci tengo a dirti che io ti capisco…eccome...

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