Storie di tutte le cose visibili e invisibili



mercoledì 5 marzo 2014

Senza titolo



L’SMS, improvviso, è di quelli che ti inchiodano al muro:

“Ciao, oggi a mia insaputa i servizi sociali hanno prelevato le mie bambine a scuola e le hanno portate in una casa famiglia.
Aiutatemi.”

Il mittente non è un mitomane o uno spam: il mittente, è una mia Amica.
Mi sono passati per la testa gli ultimi mesi della sua vita e mi sono immediatamente incollata al telefono. Mentre il telefono squillava, giuro che ho pensato a qualcosa del tipo “chissà se risponderà, chissà se è ancora viva. Come fa una madre a sopravvivere ad una cosa del genere?”.

Io e lei ci conosciamo da quasi 15 anni.
Non ci vediamo da tempo immemore, città diverse e vite diverse, ma non abbiamo mai perso i contatti. Ci lega un filo invisibile e inspiegabile, quando io sto male, lei lo sente, e viceversa.
Lei è una donna piccola e grandissima, e ha il sorriso più bello che io abbia mai visto.
Abbiamo condiviso dolori enormi, insieme, di quelli che ti domandi come fanno a crescerti ancora le unghie, e i capelli, da quanto stai male.

Non ho mai conosciuto le sue bambine, ma ho visto centinaia di foto e di video.
Due principesse con gli occhi dolci e lo stesso sorriso di mamma.
La mia amica abbraccia, ama, fa il ripieno dei tortellini, mette su una musica a palla e ballano tutte insieme davanti allo specchio.
Ridono e fanno le facce buffe, sguardo fiero e spalle dritte.

E’ tornata da pochi mesi nella sua città di origine, con le sue bambine, per proteggerle da un uomo violento che non ha alcun diritto di essere chiamato “padre”.
Che si è difeso da una colpa indifendibile lanciando un’accusa vergognosa.
E in attesa che si faccia chiarezza, la prassi pare che sia questa.

Non so se è giusto, o sbagliato.
Il tema è troppo, troppo delicato, per prendere delle posizioni generiche.
Ci sono situazioni nelle quali probabilmente l’allontanamento è l’unica salvezza.

Però ho sentito un dolore talmente fisico, mentre leggevo quel messaggio, come se mi si fosse staccato un braccio, una gamba, un pezzo di cuore.

Io adesso dirò delle cose … disturbanti.
Ma mi spingono dentro, e non tengo più niente dentro.
Che ho la cistite da Agosto, e penso sia meglio svuotare i pensieri, piuttosto che la vescica.

Voi adesso provate a pensare a quella volta che siete passate in ritardo a prendere il bambino a scuola, perché il lavoro-riunione-spesa-telefonino scarico-tinta ai capelli-traffico-vigile-tacco rotto-le cavallette.
Oppure perché, semplicemente, stavate a bere il caffè con vostra zia, e ve ne siete proprio dimenticate, per dire.

Pensate a quella volta che vostro figlio a Carnevale voleva vestirsi da drago, e voi lo avete costretto a vestirsi da Zorro, perché il costume l’aveva ereditato dal cugino, e quello c’era e quello doveva mettersi.

Pensate a quella volta che avete lasciato vostro figlio davanti alla TV, invece che giocare con lui, mentre voi chattavate su Facebook con un collega in vena di complimenti.

Pensate a quella volta che siete uscite con le vostre amiche, lasciando i bambini a casa con il papà, vi siete truccate gli occhi e fatto i boccoli ai capelli, e avete bevuto un sacco di spritz, e ballato e riso, che vi facevano male i piedi, e per una sera vi è sembrato di avere ancora tutta la vita davanti, e tutta vostra, senza croste di biscotti masticati sulla felpa stinta.

Pensate a quella volta che vostra figlia doveva portare a scuola una torta fatta in casa, e voi siete tornate a casa alle nove di sera, e nel frigo non c’erano uova, e avete preso un tortino del Mulino Bianco e glielo avete schiaffato in cartella, che comunque va bene così.

Pensate a quella volta che eravate nervose, e stanche, e vostro figlio vi aveva proprio sfinito, con quel capriccio irrisolvibile e inconsolabile, che vi strattonava e gridava e piangeva senza smettere mai, e avete urlato, con la schiuma alla bocca, gli avete detto “se non la smetti non ti voglio più !!”, cose così.

Tutto questo e tanto altro, pure peggio, è vita vera.
Non sono traumi insuperabili, è solo vita.
Siamo tutti imperfetti, meravigliosamente imperfetti.
Il fatto di mettere al mondo dei figli non trasforma nessuno in anime pure, restiamo le anime fragili di sempre.

Eppure immaginate.
Chiudete gli occhi.
Domattina voi andate a portare il vostro bambino a scuola, gli date un bacio e gli dite “Ciao amore, ci vediamo alle due.”
Pensate a com’è vestito, se gli avete messo il cappellino, le scarpe da ginnastica, la camicia e la felpa verde.
Immaginate che il vostro bambino si veda arrivare invece una persona che non conosce, che se lo porta via, in una casa sconosciuta, con gente sconosciuta.
Immaginate che non possa più andare in questa scuola.
E voi non lo potete abbracciare, non potete neanche sapere dov’è.
Chissà per quanto.

Magari solo perché qualcuno ha talmente tanta rabbia dentro, che si è appigliato ad un SMS, una chat, un costume di carnevale stonato, un appuntamento mancato, una serata innocente, una serata colpevole.

Io ci penso da giorni.

11 commenti:

  1. È una cosa ALLUCINANTE possiamo in qualche modo aiutare questa persona? Stampa,raccolta firme QUALSIASI COSA.Dacci qualche indicazione grazie mille Erica

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    1. Enrica grazie davvero per la tua offerta.
      Sto cercando di capire con la mia amica se posso rendere pubbliche alcune informazioni, tipo il numero di telefono del suo avvocato, per capire se a mezzo stampa possiamo darle una mano.
      Grazie di cuore, veramente.

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  2. E' una cosa vergognosa, purtroppo spesso la legge agisce senza tenere conto che stiamo parlando di bambini!
    Mi unisco a Anon
    Un abbraccio
    Claudia

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  3. Mi viene da piangere Isa

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  4. Non riesco nemmeno a immaginare che tipo di dolore si possa provare.
    Da quando la fallibilità umana è diventata motivo di colpa?
    Senza parole.
    Mi spiace davvero per la tua amica e per i suoi bambini.

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  5. Sì anche noi la pensiamo come Enrica.. qualunque cosa.. noi siamo con voi.. il cuore e le mani! tutto.
    Dispiaciute ma grintose.. ci siamo! Tessy facci sapere...

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  6. ciao Tessy, mi unisco alla richiesta di Enrica, ho visto in questi mesi che la pressione mediatica a volte muove cose fino a quel momento inchiodate. Non riesco a pensare cosa si prova, credo che sia il terrore di tutte le madri che hanno conflitti coi padri dei loro bambini. Panico puro all'idea che qualcuno, travisando un normale comportamento o momento di debolezza, possa ergersi a giudice supremo e strapparti un pezzo di te. Poi i bambini, i bambini, che dolore. Uno strappo che sarà durissima ricucire. Ti cercherò ogni giorno per vedere se c'è qualche novità. Valeria

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  7. Ragazze grazie a tutte, davvero, per l'empatia.
    Sto cercando di capire che possiamo fare qualcosa di concreto.
    La mia Amica è assistita ovviamente da un Avvocato e mi auguro con tutto il cuore di potere pubblicare presto una foto piena di sole.
    Grazie veramente.

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  8. Io ho letto ora...ho una bimba di 4 anni...ho lo stomaco stretto in una morsa....
    Mille abbracci alla mamma e soprattutto alle bimbe

    Ste

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  9. Tessy solo il tuo avatar mi aveva intrigato con quella donna si spalle mentre guardava il mare e già fin da allora senza leggerti avevo deciso di iscrivermi..
    Poi ti ho anche letta e ho provato una fitta acuta di dolore , come purtroppo in questi ultimi tempi mi è capitato di provare..
    Inconcepibile..quanto la giustizia abbia un modo così inumano di agire, perchè lo strappo degli affetti è la cosa più vile che possa esistere!!!
    Felice se vorrai ricambiate , amica cara!
    http://rockmusicspace.blogspot.it/

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  10. Non so trovare nessuna parola, ma una rabbia grande che cresce.....ma come si fa.....hai detto bene Tessy, chi non fa mille errori, mamma mia! I miei figli potrebbero raccontare tanti di quegli scivoloni che ho fatto con loro.....mi unisco al coro delle altre tua amiche, se c'è qualche cosa di concreto da poter fare, sono con te, con tutto il cuore!
    Sei stata brava e coraggiosa a scrivere questo post. Ti stimo molto.

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