Storie di tutte le cose visibili e invisibili



lunedì 22 aprile 2013

Un attimo di eterno

Un attimo di eterno a volte ti capita quando non te lo aspetti.
Tra la fatica di vivere e una domenica che doveva essere di pioggia, ma non è.

Il figliastro minore sta crescendo.
E finalmente, non solo in altezza.
Mi commuove osservarlo da dietro e vedere lo stesso fisico di suo padre, la stessa andatura.

Sabato sera a tavola era svagato e inappetente, con quello sguardo vacuo e quell’espressione tra il sorriso mezzo sghembo e qualcosa che frulla nella testa.
Io me li ricordo molto bene i miei quasi 12 anni.
E ricordo molto bene anche i quasi 12 anni dei miei compagni di classe maschi.
Roba molto diversa. Del tipo che le ragazzine sono già mezze invasate e i ragazzini un po’ sì e un po’ no. Ma farsi trascinare è anche bello.
E sì, ammetto che io avevo 12 anni nel Giurassico, ma gli ormoni sono ormoni.
Anche nell’era del cellulare.

Comunque il figliastro resta un po’ bambino.
E guarda i cartoni stupidi, e dice che una festa di compleanno di giorno è molto meglio di una festa di sera, perché si può giocare a basket.
Fonti non ufficiali mi informano che tale predilezione dura fino ai 25 anni, di questi tempi.
Comunque, non divaghiamo.

Domenica mattina il non più nano doveva stare a casa da solo qualche ora (vogliamo privare suo padre della corsa podistica domenicale? Giammai …).
Non dimenticate che io vivo al piano di sotto, e quindi a portata di squillo.
Ma da una certa inquietudine del sabato sera, avevo intuito che avrebbe voluto compagnia.
E quindi mi sono presentata di sopra chiedendogli se avesse voglia di accompagnarmi a fare un giro in bici. Si è illuminato. Io molto meno, che la morfologia del mio pube non è propedeutica alla bicicletta.

Comunque tra l’umido e l’afrore del concime di campagna abbiamo fatto questo giretto. Un po’ silenzioso e un po’ no.
Ma ero a mio agio.
Mi ha persino detto che dovevamo scambiarci il numero di cellulare.
Cioè rendetevi conto che io sono più vecchia di sua madre.

E poi, soffiata con finta noncuranza, a pochi metri da casa, in quel modo così tenero e così da duro, è arrivata quella confidenza.
Così preziosa che io, incapace di trattenere alcun tipo di segreto, nemmeno i miei, so per certo che non rivelerò mai. A nessuno al mondo.
Un regalo immenso.
Un’infinita dichiarazione di fiducia.
Un attimo di eterno, appunto.

2 commenti:

  1. Descrivi cose molto personali e situazioni normalmente tutt'altro che idilliache in un modo che mi fa SOGNARE. Mi fa voglia di essere lì anch'io a sbiciclettare per la campagna e confidarti i miei segreti !!!

    RispondiElimina
  2. Che bello .... Hai capito anche questa volta .... Sei una bella persona ! Sabri

    RispondiElimina