Storie di tutte le cose visibili e invisibili



giovedì 6 settembre 2012

L'orlo del vaso


Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato.
Il momento in cui avrei realizzato che un certo tipo di fatica non serve a niente.
Che dopo tante lacrime versate, notti insonni, attacchi di panico, impegno e dedizione fisica e mentale per tenere tutto insieme in modo che abbia un senso, la parola d’ordine rimane “hai sbagliato”.

E quindi capita che non ce la fai veramente più, molto più di quando pensavi di non farcela più.
E devi scappare dall’ufficio e andare da qualche parte a piangere. E spegni la radio in macchina e il telefono e non sai dove stai andando.
E ti ritrovi in luoghi che nessuno potrebbe mai immaginare.
Sentendoti fuori posto, comunque e dovunque.

Cambiare, si può.
E da oggi, si cambia.
A costo di snaturarsi.
Perché soffrire sbagliando, è peggio che soffrire avendo ragione.
Soprattutto se sei convinta di avere ragione.

Quindi tanto vale tirare su un muro.
La maggior parte della gente riesce a farlo, perché io no?
Dove c'è scritto "si deve?".
Si deve scegliere, e io scelgo di smettere.

Seriamente, è l’obiettivo che mi pongo d’ora in poi.
D’ora in poi, conto solo io.
Ero già stronza, voglio diventare cinica ed egoista.

Gli altri, se vogliono qualcosa, me lo devono chiedere.
In modo che non siano MAI autorizzati a dirmi che quello che gli ho dato era sbagliato.

3 commenti:

  1. Evvai.
    (disse quella che se lo propone un giorno sì e uno pure.fallendo, purtroppo.)

    Susibita

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  2. Grande!!! Questa è grinta allo stato puro!! E' quello che succede ad una veramente buona quando gli altri superano il limite....hai ragione....non permettere a nessuno di dirti quello che non meriti!
    Baci
    Patrizia

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  3. abbiamo sempre quest'ansia, soprattutto noi donne (o "solo" noi donne?) di voler arrivare dappertutto, anche quando le condizioni non ce lo permetterebbero. per quanto mi riguarda, trovo che l'errore sia proprio quello di voler esserci per tutti, sempre al meglio, nonostante le difficoltà contingenti. e, sempre per quanto mi riguarda, ho capito che il problema è mio che ho ques'esigenza di voler tenere tutto sotto controllo: in realtà dovrei riuscire ad accettare il fatto che, l'unico dovere ce l'ho verso me stessa e che tutto quello che faccio "per gli altri" potrebbe limitare la loro libertà, anzichè favorirla.
    quindi, pensare prima di tutto a se stesse, non è egoismo, ma solo sano volersi bene. cioè la base per riuscire a volere un pò di bene anche agli altri. sempre che dimostrino di esserne interessati!
    ben vengano lacrime e giri a vuoto quando servono per ritrovare il collegamento con se stessi.
    un abbraccio cara, vedrai che se ti rispetti di più, anche gli altri lo faranno.
    LA LUNA NERA

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