L’SMS, improvviso, è
di quelli che ti inchiodano al muro:
“Ciao,
oggi a mia insaputa i servizi sociali hanno prelevato le mie bambine a scuola e
le hanno portate in una casa famiglia.
Aiutatemi.”
Il mittente non è un
mitomane o uno spam: il mittente, è una mia Amica.
Mi sono passati per
la testa gli ultimi mesi della sua vita e mi sono immediatamente incollata al
telefono. Mentre il telefono squillava, giuro che ho pensato a qualcosa del
tipo “chissà se risponderà, chissà se è ancora viva. Come fa una madre a
sopravvivere ad una cosa del genere?”.
Io e lei ci
conosciamo da quasi 15 anni.
Non ci vediamo da
tempo immemore, città diverse e vite diverse, ma non abbiamo mai perso i
contatti. Ci lega un filo invisibile e inspiegabile, quando io sto male, lei lo
sente, e viceversa.
Lei è una donna
piccola e grandissima, e ha il sorriso più bello che io abbia mai visto.
Abbiamo condiviso
dolori enormi, insieme, di quelli che ti domandi come fanno a crescerti ancora
le unghie, e i capelli, da quanto stai male.
Non ho mai conosciuto
le sue bambine, ma ho visto centinaia di foto e di video.
Due principesse con
gli occhi dolci e lo stesso sorriso di mamma.
La mia amica
abbraccia, ama, fa il ripieno dei tortellini, mette su una musica a palla e
ballano tutte insieme davanti allo specchio.
Ridono e fanno le
facce buffe, sguardo fiero e spalle dritte.
E’ tornata da pochi
mesi nella sua città di origine, con le sue bambine, per proteggerle da un uomo
violento che non ha alcun diritto di essere chiamato “padre”.
Che si è difeso da
una colpa indifendibile lanciando un’accusa vergognosa.
E in attesa che si
faccia chiarezza, la prassi pare che sia questa.
Non so se è giusto, o
sbagliato.
Il tema è troppo,
troppo delicato, per prendere delle posizioni generiche.
Ci sono situazioni
nelle quali probabilmente l’allontanamento è l’unica salvezza.
Però ho sentito un
dolore talmente fisico, mentre leggevo quel messaggio, come se mi si fosse staccato
un braccio, una gamba, un pezzo di cuore.
Io adesso dirò delle
cose … disturbanti.
Ma mi spingono
dentro, e non tengo più niente dentro.
Che ho la cistite da
Agosto, e penso sia meglio svuotare i pensieri, piuttosto che la vescica.
Voi adesso provate a pensare
a quella volta che siete passate in ritardo a prendere il bambino a scuola,
perché il lavoro-riunione-spesa-telefonino scarico-tinta ai
capelli-traffico-vigile-tacco rotto-le cavallette.
Oppure perché,
semplicemente, stavate a bere il caffè con vostra zia, e ve ne siete proprio
dimenticate, per dire.
Pensate a quella
volta che vostro figlio a Carnevale voleva vestirsi da drago, e voi lo avete
costretto a vestirsi da Zorro, perché il costume l’aveva ereditato dal cugino,
e quello c’era e quello doveva mettersi.
Pensate a quella
volta che avete lasciato vostro figlio davanti alla TV, invece che giocare con
lui, mentre voi chattavate su Facebook con un collega in vena di complimenti.
Pensate a quella
volta che siete uscite con le vostre amiche, lasciando i bambini a casa con il
papà, vi siete truccate gli occhi e fatto i boccoli ai capelli, e avete bevuto un
sacco di spritz, e ballato e riso, che vi facevano male i piedi, e per una sera
vi è sembrato di avere ancora tutta la vita davanti, e tutta vostra, senza
croste di biscotti masticati sulla felpa stinta.
Pensate a quella
volta che vostra figlia doveva portare a scuola una torta fatta in casa, e voi
siete tornate a casa alle nove di sera, e nel frigo non c’erano uova, e avete
preso un tortino del Mulino Bianco e glielo avete schiaffato in cartella, che
comunque va bene così.
Pensate a quella
volta che eravate nervose, e stanche, e vostro figlio vi aveva proprio sfinito,
con quel capriccio irrisolvibile e inconsolabile, che vi strattonava e gridava
e piangeva senza smettere mai, e avete urlato, con la schiuma alla bocca, gli
avete detto “se non la smetti non ti voglio più !!”, cose così.
Tutto questo e tanto
altro, pure peggio, è vita vera.
Non sono traumi
insuperabili, è solo vita.
Siamo tutti
imperfetti, meravigliosamente imperfetti.
Il fatto di mettere
al mondo dei figli non trasforma nessuno in anime pure, restiamo le anime
fragili di sempre.
Eppure immaginate.
Chiudete gli occhi.
Domattina voi andate
a portare il vostro bambino a scuola, gli date un bacio e gli dite “Ciao amore,
ci vediamo alle due.”
Pensate a com’è
vestito, se gli avete messo il cappellino, le scarpe da ginnastica, la camicia
e la felpa verde.
Immaginate che il
vostro bambino si veda arrivare invece una persona che non conosce, che se lo
porta via, in una casa sconosciuta, con gente sconosciuta.
Immaginate che non
possa più andare in questa scuola.
E voi non lo potete
abbracciare, non potete neanche sapere dov’è.
Chissà per quanto.
Magari solo perché
qualcuno ha talmente tanta rabbia dentro, che si è appigliato ad un SMS, una
chat, un costume di carnevale stonato, un appuntamento mancato, una serata
innocente, una serata colpevole.
Io ci penso da
giorni.
È una cosa ALLUCINANTE possiamo in qualche modo aiutare questa persona? Stampa,raccolta firme QUALSIASI COSA.Dacci qualche indicazione grazie mille Erica
RispondiEliminaEnrica grazie davvero per la tua offerta.
EliminaSto cercando di capire con la mia amica se posso rendere pubbliche alcune informazioni, tipo il numero di telefono del suo avvocato, per capire se a mezzo stampa possiamo darle una mano.
Grazie di cuore, veramente.
E' una cosa vergognosa, purtroppo spesso la legge agisce senza tenere conto che stiamo parlando di bambini!
RispondiEliminaMi unisco a Anon
Un abbraccio
Claudia
Mi viene da piangere Isa
RispondiEliminaNon riesco nemmeno a immaginare che tipo di dolore si possa provare.
RispondiEliminaDa quando la fallibilità umana è diventata motivo di colpa?
Senza parole.
Mi spiace davvero per la tua amica e per i suoi bambini.
Sì anche noi la pensiamo come Enrica.. qualunque cosa.. noi siamo con voi.. il cuore e le mani! tutto.
RispondiEliminaDispiaciute ma grintose.. ci siamo! Tessy facci sapere...
ciao Tessy, mi unisco alla richiesta di Enrica, ho visto in questi mesi che la pressione mediatica a volte muove cose fino a quel momento inchiodate. Non riesco a pensare cosa si prova, credo che sia il terrore di tutte le madri che hanno conflitti coi padri dei loro bambini. Panico puro all'idea che qualcuno, travisando un normale comportamento o momento di debolezza, possa ergersi a giudice supremo e strapparti un pezzo di te. Poi i bambini, i bambini, che dolore. Uno strappo che sarà durissima ricucire. Ti cercherò ogni giorno per vedere se c'è qualche novità. Valeria
RispondiEliminaRagazze grazie a tutte, davvero, per l'empatia.
RispondiEliminaSto cercando di capire che possiamo fare qualcosa di concreto.
La mia Amica è assistita ovviamente da un Avvocato e mi auguro con tutto il cuore di potere pubblicare presto una foto piena di sole.
Grazie veramente.
Io ho letto ora...ho una bimba di 4 anni...ho lo stomaco stretto in una morsa....
RispondiEliminaMille abbracci alla mamma e soprattutto alle bimbe
Ste
Tessy solo il tuo avatar mi aveva intrigato con quella donna si spalle mentre guardava il mare e già fin da allora senza leggerti avevo deciso di iscrivermi..
RispondiEliminaPoi ti ho anche letta e ho provato una fitta acuta di dolore , come purtroppo in questi ultimi tempi mi è capitato di provare..
Inconcepibile..quanto la giustizia abbia un modo così inumano di agire, perchè lo strappo degli affetti è la cosa più vile che possa esistere!!!
Felice se vorrai ricambiate , amica cara!
http://rockmusicspace.blogspot.it/
Non so trovare nessuna parola, ma una rabbia grande che cresce.....ma come si fa.....hai detto bene Tessy, chi non fa mille errori, mamma mia! I miei figli potrebbero raccontare tanti di quegli scivoloni che ho fatto con loro.....mi unisco al coro delle altre tua amiche, se c'è qualche cosa di concreto da poter fare, sono con te, con tutto il cuore!
RispondiEliminaSei stata brava e coraggiosa a scrivere questo post. Ti stimo molto.